L’ospitalità è un arte e Paolo, patron del neo stellato President, ne ha fatto una ragion di vita ed è una prerogativa del suo ristorante. Non c’è che dire fin dalla telefonata di prenotazione ti fa sentire a tuo agio e ci si sente legati da una amicizia di lungo corso. Il ristorante è dotato di ampio spazio esterno ed è un locale per le grandi occasioni. Appena entrati veniamo accolti da patron di casa che ci fa gli onori e ci chiede di scegliere il tavolo….. Il modo migliore di iniziare una cena? un bel bicchiere pieno di prosecco :).
Fin dall’entrè si capisce subito che qui si fa sul serio e che allo chef piace giocare con i racconti\ricordi e con le emozioni. Il cibo chiaramente deve essere buono, la materia prima va trattata con rispetto, ma a mio modesto parere i piatti devono raccontare la storia che c’è dietro e sono la diretta propagine del suo essere prima uomo e poi cuoco.
Il piatto è composto da una mezzaluna di farro, bacche di goji ed a finire un gambero di nassa crudo. La nota acida a contrasto con il dolce delle bacchè viene aggiunta con un chutney di mango. Paolo dopo ci racconta che è stato creato basandosi su un racconto di un bimbo e dell’insalata che gli preparava la madre.
Per Giulio, mio figlio, una bellissima frittatina di pasta e patate, che lui spazzola immediatamente.
Poi si inizia a fare sul serio con l’antipasto, che poi è il motivo della nostra visita al President, il connubio di 2 ingredienti che a me e Rossella piacciono tantissimo… Capesante e Tartufo e che vuoi di più!!!
Come primo abbiamo scelto dei paccheri broccoli e gamberi di nassa crudi a finire, che dire, la mantecatura era perfetta e non c’era un millimetro di pasta scoperto dall’intingolo :D.
Per il dessert ho scelto di fidarmi delle invenzioni dello chef… ed ho fatto bene, un dessert non dessert, una cupola di cremoso ai limoni sfusati di sorrento, con a finire dei cubetti di ravanello e zucchine, un dolce inusuale che supera i normali schemi a cui siamo abituati.
Nota speciale per i pani serviti durante la cena, anche questi frutto di ricerca storiche ed ispirati alle antiche ricette del popolo romano. Sapori un po’ diversi da quelli a cui siamo abituati ma tutti buoni, espressione della società di quei tempi e quindi alcuni fatti con farina raffinata ed aggiunta di grassi animali e frutta secca ed altri fatti con farine povere che oggi usiamo chiamare integrali.
Bravo Paolo e grazie per la bellissima serata!!!