Palazzo Petrucci … Cambio di punto di Vista!!!

Palazzo Petrucci ha cambiato punto di vista ed io, che da sempre ho avuto una affezione per questo locale, volevo in qualche modo essere parte di questo cambiamento.

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Palazzo Petrucci ha cambiato punto di vista ed io,  che da sempre ho avuto una affezione per questo locale,  volevo in qualche modo essere parte di questo cambiamento. Palazzo Petrucci è stata la mia prima meta da quando decisi di avvicinarmi alla cucina come dire … ricercata. Volevo capire il motivo del matrimonio tra gamberi e mozzarella, volevo capire perché uno chef servisse il quinto quarto di un astice, volevo capire perché la sacra pastiera dovesse essere destrutturata e servita in un bicchiere da cocktail!

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L’ingrediente Perfetto

L’ingrediente perfetto non esiste, la ricetta perfetta è impossibile, equivale a voler ricercare la procedura per poter creare la pietra filosofale, ma tutti noi abbiamo nei ricordi qualcosa che ci si avvicina tantissimo. La mia è fatta di: farina integrale, acqua, sale e tutto quello che la vostra immaginazione o la vostra dispensa contiene.Procedura: svegliarsi alle 4,30 del mattino in un freddo weekend invernale, cercando di non fare rumore e raggiungere la Nonna che abita pochi chilometri più giù in riva al mare. Sta già aspettando con tanto di parannanza e maccaturo in testa per non rovinarsi i capelli per la messa della domenica. Pesare e raffinare la farina prima di porla nella madia, stemperare in acqua tiepida il criscito, rigorosamente vecchio di anni e custodito gelosamente. Sbracciassi ed iniziare a mescolare farina, acqua ed un pizzico di sale fino a che non ci si ricopre di farina e la nonna asciuga le gocce di sudore che scorrono copiose dalla fronte, ma soprattutto fino a che lei non dica “Abbasta accussi”. Ricoprire il tutto con una bella coperta di lana di quelle in uso nelle caserme militari ed aspettare che l’aroma del caffè riempia la cucina raccontando gli avvenimenti della settimana e ascoltando il suono d’O ‘Rraù che pappea sul fuoco. Poche ore dopo l’impasto lievitato viene partizionato fino a formare “E’ Palatelle” e nel frattempo la famiglia si è svegliata ed insieme a papà si spacca la legna e si accende il fuoco per riscaldare il grande forno in pietra, mentre e’ femmene sono intente a preparare la pizza usando parte dell’impasto con l’aggiunta di pomodoro e acciughe…a me viene composta a parte, tengo i vizi, deve essere senza aglio. Siamo pronti mio fratello piccolo prende i ruoti e li poggia sulla pala da fornaio di papà e la pizza è in forno, mentre la nonna strepita perché abbiamo infornato senza aver fatto la croce con la cenere sulla porta e senza aver detto manco una AveMMaria. Qualche minuto e si sente il nonno che chiede il caffè, ma gli arriva na bella fetta di pizza calda calda in mano. Non c’é tempo da perdere non bisogna distrarsi, la nonna richiama tutti agli ordini, io e mio fratello prendiamo la madia e la portiamo al forno, bisogno essere veloci e coordinati, il freddo ammoscia il pane e ferma la lievitazione, pa pà pronto con la pala e nonna e mamma che prendono le palatelle ed in pochi minuti il forno é pieno e viene chiuso con la solita croce di cenere e l’AveMMaria. Un’oretta e la magia è compiuta, le palatelle storte al solito sono quelle di mammà. Il pane caldo viene sfornato e la morte sua é quello di essere intinto int’o’rrau che ormai pappea da ora ed ha assunto un colore scuro scuro. Questi sono gli ingredienti della felicità che hanno reso forte ed unita la mia famiglia. Lo so sono uscito un poco fuori tema e la nonna mi richiama all’ordine, l’ingrediente che non userei mai? Lo trovate poche righe più su….l’aglio.

O'Pane

Ahh..dimenticavo..queste è uno dei motivi per cui mia moglie si é innamorata di me…il fatto che facevo il pane con la nonna…:D